MEDIEVAL 2 TOTAL WARgioco di strategia

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  1. Valerian Dumea
     
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    LA GESTIONE DEL REGNO
    Tralasciando di parlare della modalità multiplayer e dei tre tipi di battaglie affrontabili (Personalizzata, Storica e Veloce), che sono modalità classiche non necessitanti di approfondimenti eccessivi, andiamo subito a sviscerare la modalità Campagna, che poi è anche il fulcro dell’intero gioco. Scelta la fazione (inizialmente ce ne saranno a disposizione solo cinque, poi, vincendo una campagna, se ne aggiungeranno altre dodici sparse in tutta Europa), scelta la “portata” dell’impresa (ovvero se per vincere bisogna conquistare quindici o quarantacinque territori... calcolate che già nel primo caso saranno necessari un paio di giornate di gioco per finire, soprattutto se si seleziona una difficoltà media / alta), e settati i vari livelli di difficoltà, ci si ritrova su una cartina dell’Europa medievale che si estende dalle colonne d’Ercole alla Russia. In base alla fazione scelta si avrà il possesso di alcuni territori e si avrà lo scopo di arrivare a conquistare tutti quelli che servono per vincere entro un certo numero di turni.
    La gestione delle truppe e dell’economia è rimasta sostanzialmente invariata rispetto a Rome: Total War. Anche qui dovrete bilanciare le spese fra lo sviluppo delle città e l’accrescimento dell’esercito, così come dovrete curare i rapporti diplomatici con le altre fazioni, inviando emissari o programmando matrimoni fra i membri delle casate e, in caso non avessimo intenzione di parlare con nessuno ma volessimo partire alla conquista, potremo preventivamente inviare spie per scoprire le forze nemiche (o per far aprire le porte della città in caso di assedio) o assassini per provare ad ammazzare qualche personalità. Alla schiera degli agenti è stata aggiunta la figura del sacerdote, che ha lo scopo di convertire gli infedeli alla religione cattolica, in modo da compiacere il Papa, figura centrale nei rapporti di forza dell’intero gioco, visto che essere nelle sue grazie o averlo come nemico, può fare seriamente la differenza (molte delle novità introdotte rispetto al passato riguardano proprio il rapporto tra le fazioni e la religione… con tanto di possibilità di piazzare un Cardinale appartenente alla propria fazione a Roma e di influenzare direttamente l’elezione dei Papi).La chiesa di Roma ha dei grandi poteri nell’economia di una campagna visto che può chiedere al giocatore di svolgere dei compiti affidandogli delle missioni, può indire crociate e può chiedere di non scendere in guerra contro altre fazioni cattoliche. Inasprire troppo i rapporti con la chiesa può causare grossi problemi, con l’invio dell’inquisizione nelle proprie terre e con il rischio di scomunica che praticamente da la libertà a tutte le altre fazioni di venire a banchettare nei nostri possedimenti (all’epoca le scomuniche papali erano vere e proprie sciagure). Ovviamente se si è alla guida di una fazione islamica, non si potrà partecipare all’elezione del Pontefice e si costruiranno moschee al posto di chiese.
    Non manca inoltre la gestione dell’esercito e delle città (ci mancherebbe), con la possibilità di acquistare edifici per poter assoldare truppe sempre più preparate e potenti, o altri strumenti bellici utili sul campo di battaglia (ad esempio le balliste o le catapulte). Ogni truppa ha un suo costo iniziale ed un altro fisso che va pagato ad ogni turno. Questo rende necessario accrescere il potenziale bellico in proporzione alla grandezza della propria nazione, altrimenti si rischia di rimanere senza fondi e, di conseguenza, di non poter finanziare tutti gli altri aspetti. I modi per fare soldi sono molteplici: il principale è quello di far pagare le tasse ai cittadini garantendo ad ogni territorio una sua rendita (e qui possiamo citare un’altra novità rispetto al passato, i due tipi di agglomerati urbani: i castelli, più forti militarmente ma meno proficui in termini di sviluppo e le città, che ovviamente si sviluppano in modo più florido, ma sono più difficili da difendere). Un altro modo è quello di conquistare altri territori saccheggiando le città, in modo da massimizzare i soldi ottenuti dalla conquista. Un terzo modo è quello di potenziare i commerci costruendo edifici appositi, migliorando le strade, inviando mercanti a raccogliere e vendere le risorse presenti sul terreno e stringendo patti commerciali con le altre fazioni. Esistono poi degli introiti secondari ma comunque importanti, che permettono di tirare il fiato nei momenti di difficoltà come i regali delle altre nazioni, i tributi saltuari, e i premi ricevibili con le varie missioni.

    LA BATTAGLIA

    E ora veniamo a quello che è il piatto forte di ogni Total War che voglia definirsi tale: le battaglie. Rimanendo all’interno della campagna, si dovrà combattere nelle seguenti situazioni: affrontando un esercito nemico in campo aperto, subendo un attacco, assaltando una città o un castello sotto assedio e, infine, subendo un assedio in una città o in un castello.
    Di novità, dal punto di vista della battaglia, ce ne sono pochine. In effetti, direbbe qualcuno, è abbastanza difficile migliorare ciò che è già al top, e il rischio è di peggiorare lì dove non ci sono difetti evidenti, solo per la necessità di dare qualcosa di nuovo su cui fare marketing. Medieval II Total War, da questo punto di vista, non tradisce incertezze e va a migliorare gli aspetti cosmetici, con il potenziamento del comparto grafico che, se si è in possesso di un sistema adeguato, permette di godere di battaglie campali combattute tra migliaia di unità realizzate con un livello di dettaglio altissimo. Più di questo, però, conta il miglioramento che c’è stato nell’intelligenza artificiale, ora in grado di disporre le sue truppe in campo in modo credibile, abbozzando anche delle tattiche avanzate e capace, finalmente, di usare propriamente l’artiglieria pesante. Insomma, finalmente si vedranno le truppe nemiche cercare di evitare un accerchiamento senza accalcarsi confusionariamente in mezzo al campo di battaglia e, soprattutto, anche loro sfrutteranno le diverse forze in modo adeguato. Certo, qualche incertezza rimane, soprattutto durante gli assedi in cui non è difficile distrarre gli arcieri nemici con dei trucchi elementari, ma la cosa non si avverte più di tanto e la soddisfazione di vincere uno scontro bilanciato (o addirittura uno che ci vede in svantaggio) è veramente incredibile.e battaglie si svolgono secondo uno schema fisso: si valuta se le condizioni atmosferiche sono valide per il combattimento (si può aspettare, generalmente tre turni, per vedere se cambiano in meglio... il rischio ovviamente, è che peggiorino andando ad influire sul morale dell'esercito), si piazzano le truppe sul campo di battaglia all’interno di un’area predefinita e, infine, si combatte. Nel caso si debba assaltare una città (o un castello) assediata, si dovranno costruire preventivamente dei mezzi adatti (arieti, torri e scale) per sfondare le mura di difesa, se presenti. Le variabili che vanno considerate in ogni scontro sono talmente tante che è impossibile elencarle tutte (tipi di truppe, conformazione del terreno, morale delle truppe, equipaggiamento… tanto per citarne qualcuno), basta solo sapere che non esiste, fra gli strategici in tempo reale, qualcosa di così profondo e soddisfacente, in termini di feedback dell’esperienza di gioco. Vedere interi eserciti che cozzano tra di loro è un’emozione che si rinnova ad ogni episodio della serie, emozione accentuata da alcuni momenti topici (come l'uccisione di un comandante nemico) che vengono rappresentati con delle piccole sequenze filmate.
    Pro
    -È il migliore dei Total War
    -Battaglie spettacolari e tatticamente profonde
    -La fase gestionale è ormai un gioco a sè
    Contro
    -Poche innovazioni di rilievo
    -Multiplayer povero
    -Motore grafico pesante
     
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0 replies since 19/2/2016, 19:49   39 views
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